domenica 27 dicembre 2009

conferenza .......

L'esploratore cormonese ha raccontato la sua avventura nella sala del Consiglio provinciale La Siberia vista da Buzzin. presentazione di Demetrio Volcic che ha parlato del “Mal di Russia” Alla fine della proiezione, sullo straordinario fotogramma di un tramonto polare di gelida e infinita bellezza, l'applauso si è levato spontaneo e caloroso e deve aver lasciato probabilmente un po' sorpreso l'esploratore cormonese Adalberto Buzzin, già decisamente stupito da]l'impronosticabile affluenza di pubblico, con una sala del Consiglio provinciale assolutamente strabocchevole. “Ne sarà valsa davvero la pena…” avrà pensato il protagonista dell'impresa: passare 33 giorni al cospetto di temperature oscillanti tra i -10 e i -40 gradi, spingersi fino a Vladivostok, capolinea della Transiberiana, percorrendo piste pressoché impraticabili su una semplice auto di serie esponendosi a pericoli d'ogni sorta per il gusto ineffabile dell'avventura, ma, a quanto pare, anche per il riconoscimento da parte dei concittadini evidentemente inesorabilmente attratti dalla suggestione di quelle terre immense, gelide e dal fascino imperscrutabile. A dare ulteriore prestigio all'incontro, promosso dal Soroptimist international di Gorizia, spiccava la presenza di Demetrio Volcic che ha svolto un'impagabile prolusione alla proiezione delle diapositive del viaggio, offrendo un veloce quanto esauriente quadro panoramico della “Grande Russia”. Da segnalare che il senatore, appena tornato da Strasburgo, ha appena fatto in tempo a prendere parte all'appuntamento, prima di partire per Erevan in Armenia, recentissimo teatro di gravi instabilità politiche culminate con la strage nel Parlamento della capitale armena ad opera di un manipolo di terroristi. L'ex corrispondente da Mosca del Tg1 ha tirato in causa il cosiddetto “mal di Russia” , quell'attrazione irresistibile per un paese che non si può capire, ma si può solo amare. Dove oltre il 50% della popolazione vive ben al di sotto della soglia di povertà, con immense ricchezze minerarie eppure un Pil equivalente a quello della “microscopica” Olanda. Un popolo dalla capacità rassegnata a soffrire parte di una memoria storica congenita fatta di privazioni, di guerre, di gelo. Davvero bellissime le diapositive scattate da Buzzin e dal compagno di viaggio Sandro Bernes, fin dal loro inoltrarsi, con due semplici Renault Kangoo di serie, nella Russia Asiatica dopo aver fatto tappa a Minsk, in Bielorussia. Ecco aprirsi ai lati delle piste ricoperte dalla neve, un mondo surreale e sconcertante, a partire da quei ristorantini che ogni 100 km emergono dal ghiaccio per fornire ristoro ai pochissimi viaggiatori, dove si può gustare il Pilmin, una specie di piatto di tortellini per poche centinaia di lire. E poi ecco emergere dalla taiga siberiana città gioiello come Novosibirsk e Irkutsk, la “Perla della Siberia”, vicinissima alle sponde del lago Bajkal, il più antico e profondo del mondo, che si estende per una superfice pari a quella del Belgio. Dopo Irkutsk la temperatura si irrigidisce ulteriormente e si viaggia stabilmente oltre i meno 40 gradi, tra boschi, animali selvaggi e, incredibilmente, un uomo con un samovar fumante che, per tirare avanti, vende caffè bollente per 100 lire ai viandanti - presumibilmente non più di uno al giorno - che osano avventurarsi in quei luoghi, e poi, finalmente, l'arrivo a Vladivostok, per decenni “città proibita” per gli occidentali, ove ha termine la grande avventura.

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