venezia tokyo in macchina 4x4
Post n°13 pubblicato il 20 Dicembre 2009 da adbuzzin
PRIMA DELLA PARTENZA
Tre fuoristrada Isuzu, due pick up e un Trooper, con a bordo otto avventurosi, si accingono a partire, a marzo, per il Giappone. Si tratta di almeno 15mila km attraverso tutta Asia, e il tempo previsto è di circa due mesi. Dopo la partenza dall’Italia si attraverseranno i Balcani e la Turchia fino a raggiungere la Georgia; tappa obbligata sarà Suchumi, antica roccaforte sede nel medioevo di un ordine simile ai templari; il viaggio proseguirà attraverso Amenia, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Kyrgystan, e Kazakistan fino alla Mongolia. Attraverso questi paesi i nostri eroi cercheranno di incontrare le realtà più diverse: da Baku, dove le società petrolifere di tutto il mondo si contendono l’Eldorado del terzo millennio, alla valle di Fergana, dove un migliaio di irriducibili ha creato un vero e proprio stato indipendente dal Taijkistan, ad Alma Ata culla degli indipendentisti Uiguri. In tutti questi paesi verrà regalato alle autorità il vino della Pace di Cormons e, per quanto possibile, aiuti materiali, cibo e medicine. Si continua attraversando il deserto di Gobi e da qui, se possibile, si cercherà di entrare in Cina e, costeggiando la grande muraglia, raggiungere Pechino. Ivi sarà tentata l’ultima impresa: entrare nella Corea del Nord e proseguire poi nella Corea del Sud da dove raggiungere il Giappone. Protagonisti e organizzatori sono Sandro Bernes (San Giovanni al Natisone) main driver, Adalberto Buzzin (Cormons) main driver, Paolo Morocutti (Cormons) responsabile relazioni esterne, Thomas Tonicello (Cormons) tecnico off road, Andrei Chutnik (Parigi) interprete. Gli altri componenti sono un reporter professionista, un medico, in cineoperatore. Sponsor principali: Isuzu Midi Europe, Loester accessori auto, All-Glow Escape, Elf, Webasto, Generali Assicurazioni, Cinelli, Pneusservice, Timòn a la via Travel Office.
DURANTE IL VIAGGIO
Resoconto dalla spedizione Transasia 2001 scritto da adalberto buzzin
Abbiamo attraversato tutto il Kazakistan da sud a nord attraverso una serie di paesaggi mozzafiato, dalle infinite distese di verde ai brulli scenari desertici. Qui la fortuna di un’improvvisa pioggia notturna ci ha regalato il giorno dopo una sorpresa inaspettata: il deserto, grigio e assetato, si è trasformato in una stupenda distesa di germogli pieni di vita. Le nostre tappe in Kazakistan non ci hanno visti incontrare grandi città ma numerosi piccoli villaggi dove il nostro arrivo si è trasformato subito in una festa con scambi di regali e auguri. Proseguendo a nord, verso la grande Russia, il clima è rapidamente cambiato e durante una tappa notturna siamo stati investiti da una bufera di neve che ha letteralmente cancellato la strada costringendoci a procedere a passo d’uomo. Attraversiamo il confine sovietico circondati da un silenzio irreale, intorno a noi solo neve e alberi spogli. Sono le famose betulle rosa di una delle regioni più affascinanti del pianeta: la Siberia. Attraverso un paesaggio bianco giungiamo a Novosibirsk, famosa per i suoi inverni rigidi; adesso, vista la stagione, la temperatura è mite: solo –17. La sosta di due giorni ci vede impegnati a filmare e fotografare numerosi monumenti e nei piacevoli incontri con la gente locale sempre pronta a raccontare storie e leggende della Siberia. La tappa successiva ci ha visti raggiungere Irkutsk, una città bella e ricca di vita dove abbiamo visitato le numerose chiese e assistito ai riti di festeggiamento della Pasqua. Dopo aver festeggiato anche noi – peraltro con un pranzo molto frugale composto da uova sode - abbiamo controllato le vetture e ci siamo diretti ad Ulan-Ude, alla scoperta della famosa città Buriata, dove ora ci troviamo. Questa è la famosa città ai confini con la Mongolia abitata prevalentemente dai Buriati, un popolo di origine mongola. I Buriati, che abitano questa zona della Siberia, sono totalmente diversi dai russi per aspetto e usanze e da tempo sono in contrasto con questi. Ad Ulan-Ude tutto questo è accentuato e la tensione tra questi due popoli si percepisce nettamente.
AL TERMINE DELL'IMPRESA
“Il momento più brutto? Il ritorno in ufficio: dagli affascinanti paesaggi caucasici alle montagne di carte della mia scrivania”. E’ stanchissimo Adalberto Buzzin ma trova ancora la voglia di scherzare. Dopo 17 mila chilometri percorsi, 64 giorni di viaggio e 12 Paesi attraversati assieme agli altri due cormonesi Paolo Morocutti e Thomas Tonicello passerebbe una settimana a dormire. Per recuperare il sonno perduto e ripartire verso nuove avventure. Durante la spedizione “Transasia Venezia- Tokio” ne ha viste di cotte e di crude. Paesaggi affascinanti, popolazioni dagli usi e costumi diversissimi dai nostri, culture e tradizioni: è stata un’avventura dura e pura nella quale non sono mancati i momenti di difficoltà, superati comunque sempre brillantemente grazie alla preparazione e allo spirito di adattamento dell’equipaggio. “Confesso di aver provato un po’ di paura quando siamo entrati nel Caucaso, una zona totalmente militarizzata – confessa Buzzin -. C’erano polizia e soldati in ogni angolo delle città, pronti a fermarti e a chiederti tutti i documenti. In lontananza abbiamo sentito anche qualche sparo, testimonianza che la tensione in quell’area è alle stelle. In quei momenti avrei preferito trovarmi altrove…” Per ben 12 notti su 64 gli “avventurieri” hanno dormito all’addiaccio. Le esperienze più memorabili le notti passate nel deserto (“un’emozione che mi ha tolto il respiro” commenta Buzzin) e su una piattaforma sul fiume Cita a 600 chilometri dal lago Bajkal. Un lungo viaggio per ripercorrere le orme di Marco Polo: un viaggio dispendioso. Negli ultimi giorni, ormai alle porte di Tokio, l’equipaggio è stato costretto a vendere anche una telecamera per mangiare. “Quando sono tornato a casa – confessa ancora Buzzin – ho mangiato solo spaghetti e pizza. Che soddisfazioni dopo giorni e giorni di cibo a base di spiedini, minestra, patate e uova”. Ottima anche la resistenza dei tre fuoristrada della giapponese Isuzu. “Non abbiamo mai bucato e questo è già un piccolo evento – sottolinea Buzzin -. A un certo punto abbiamo subito un colpo forte alla coppa dell’olio di uno dei tre mezzi ma grazie alla perizia di Tonicello abbiamo risolto il problema. Altro momento-no quando abbiamo fatto il pieno di benzina artica (un misto di benzina super e gasolio, ndr) vicino al Lago Bajkal. Purtroppo mischiata a quell’intruglio c’era anche acqua che ha mandato in tilt gli iniettori. L’assistenza non si è fatta attendere e il guaio è stato risolto”.
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