RENAULT 4, MON AMOUR...' E PER LE STRADE SFILA LA NOSTALGIA
CHERASCO (Cuneo) - Hanno attraversato le strade agitate degli anni Settanta al volante della mitica "R4", l' utilitaria spartana e anticonformista divenuta una specie di simbolo a quattro ruote della "nuova sinistra". Ma chi si aspettava di vederli qui, senza più l' eskimo e con qualche capello bianco, è rimasto deluso. I contestatori di allora non si sono fatti vedere a Cherasco, il paese sui confini delle Langhe che, scelto un tempo dalla corte sabauda come rifugio fortificato e finito nei libri di scuola per le sette storiche paci stipulate tra le sue mura, ospita oggi il primo raduno nazionale delle Renault 4 alla vigilia della loro uscita dal mercato. L' ultima campagna pubblicitaria italiana della "R4", dopo 31 anni e 500 mila auto vendute, è stata affidata a una serie di vecchie parole d' ordine gauchiste. In una sorta di "operazione nostalgia", l' immagine della vetturetta francese è stata accompagnata da slogan rivisitati come "Avanti popolo", "Io sono mia", "Il capitale", "La lunga marcia", "L' Internazionale", e via sospirando fino all' ultimo, malinconico, "Bella ciao". MA NON s' è notato alcun "reducismo", neppure un accenno di rimpianto ideologico fra i 300 aficionados che, venuti da tutta Italia, ieri pomeriggio hanno guidato le loro auto in un lungo corteo celebrativo tra le colline e i vigneti di nebbiolo. All' appuntamento di Cherasco (dove perfino il parroco, padre Porro, gira su una "R4" color fiamma, ispirando gli scherzi di chi dice che "qui la ' R4' la portiamo in processione tre volte l' anno: dietro Cristo Risorto, al Corpus Domini e alla Beata Vergine del Rosario") si sono presentati amatori con una passione da collezionisti, meccanici "creativi" capaci di trasformare un' utilitaria in un fuoristrada, signori di mezza età innamorati della "R4" da almeno due decenni, patiti dei safari automobilistici e, soprattutto, moltissimi ventenni che forse nel ' 68 non erano neppure nati. "Una scelta ' politica' ? No - dice deciso un giovanotto bresciano venuto con un gruppo di amici - Ho preferito questa macchina perché funziona. Guarda, due mesi fa da noi c' è stata una piena, l' acqua è salita fino ai finestrini. Io dovevo accompagnare una persona all' ospedale, e ' lei' mi ci ha portato senza fermarsi". Niente nostalgie neppure per Adalberto Buzzin, un assicuratore di Cormons che con la "R4" ha fatto 370 mila chilometri in 14 viaggi, attraversando 24 Paesi di tre continenti, guadagnandosi il numero 1 del "radunista d' onore". "A questa auto - dice - sono affezionato, sì, ma per i ricordi che mi dà. Ne ho avute tre, da vent' anni a questa parte. La prima l' ho comprata appena avuta la patente: costava poco, un milione e quattro. Allora, dalle nostre parti, la usavano solo i panettieri e i contadini, solo in seguito è diventata una macchina sbarazzina e tuttofare. Ma per me non ha nulla di ideologico". Con la vettura che "non lo ha mai lasciato per strada", Buzzin ha affrontato situazioni molto difficili: come in Ungheria, dove ha percorso 150 chilometri col parabrezza sfondato in una tempesta di neve; o come in Cecoslovacchia dove, a 25 gradi sottozero, ha dovuto mettere un guanto di lana sul filtro per evitare che gelasse il carburatore. Molto più tranquilla l' esperienza di Antonio Scialpi, ex maestro di scuola in pensione che ha impiegato due giorni per attraversare la penisola in "R4", con la moglie, da Cisternino, in provincia di Brindisi: "Abbiamo fatto più di mille chilometri. Solitamente usiamo un' altra auto, ma stavolta...". E' il "radunista" che viene da più lontano. Ma c' è anche chi viene dall' estero. Jean Jacques Bousselet, anziano commerciante francese di Orléans, ha portato la sua "4CV" - la "progenitrice" della Errequattro - equipaggiata con un impianto a gpl: "Fa i cento all' ora - dice con orgoglio - anche se, a quella velocità, diventa un po' difficile da guidare". Zeliko Vojvodic, 32 anni, è arrivato da Zagabria con una "R8" e la bandierina croata incollata sulla carrozzeria. Elettricista con l' hobby dei motori (è primo meccanico in un team di moto su strada), vuole sapere se in Italia si può combinare qualche affare: "Vorrei aprire una concessionaria in Croazia, adesso da noi il mercato è aperto". Con lui c' è il fratello, fuggito da Zara bombardata per accompagnare la moglie a partorire in Italia. Oggi il meeting si conclude con la premiazione dei partecipanti.
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